Torino Short Film Market: agli sgoccioli “Digita!”, la call per webserie e narrazioni digitali

by | Sep 24, 2017 | Interviste, Non categorizzato, Webserie

Domenica, 24 settembre 2017

 
Il 25 settembre è fissata la deadline per la consegna dei progetti per il Torino Short Film Market (TSFM). Nell’attesa, abbiamo intervistato il Prof. Simone Arcagni, che è curatore di una giornata del TSFM tutta dedicata ai contenuti specificatamente digitali.
 
Durante il Sicily Web Fest di quest’anno, ho avuto modo (finalmente dopo anni!) di incontrare il Prof. Simone Arcagni, docente associato all’ Università di Palermo che da moltissimo tempo si occupa di media e nuove tecnologie. Fondatore e direttore anche di EmergingSeries, “gruppo di ricerca, magazine, academic journal e lab sul tema dei contenuti audiovisivi e le nuove tecnologie“, Simone mi ha raccontato di un’opportunità che ho subito reputato davvero interessante: il Torino Short Film Market. Di cosa si tratta? Del mercato internazionale del cortometraggio, che  si terrà dal 29 novembre all’1 dicembre e che quest’anno ha previsto una call tutta dedicata a webserie, video 360°, video in VR e AR, video interattivi, narrazioni transmediali e via dicendo. Insomma, una call aperta alla narrazione digitale attraverso tutte le più meravigliose sfumature dei media digitali. Per spiegarvi meglio di cosa si tratta, ho pensato fosse più utile farvi raccontare tutto dal prof. Arcagni in un’intervista dettagliata, che trovate qui sotto. Furba, eh? La call si chiude domani, 25 settembre alle 12:00, quindi avete ancora poche ore per sfruttare questa opportunità.

1. Cos’è il Torino Short Film Market?
Il TSFM è il mercato internazionale del cortometraggio che si svolge in Italia e nello specifico si terrà a Torino, dal 29 novembre al 1° dicembre 2017. Si tratta della seconda edizione: l’anno scorso più di 300 professionisti hanno partecipato agli eventi del TSFM, che da subito si è configurato come la manifestazione professionale di riferimento in Italia sulla forma breve. L’evento è organizzato dal Centro Nazionale del Cortometraggio (CNC), in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema-Torino Film Festival e la Film Commission Torino Piemonte
2. Il TSFM si apre quest’anno ai contenuti digitali, esatto? Com’è è nata l’idea di una call dedicata esclusivamente al web e alle tecnologie che permettono uno storytelling immersivo e innovativo come il 360, l’augmented e la virtual reality?
Sì, esatto. Jacopo Chessa, che dirige il CNC e il TSFM, mi ha chiamato come curatore di una giornata dedicata ai contenuti specificatamente digitali, cioè legati alle nuove tecnologie e ai media digitali. Abbiamo così predisposto una call per webserie, video 360°, video in Realtà Virtuale e Aumentata, video interattivi, racconti transmediali
 
3. Qual è il principale obiettivo della manifestazione?
Ci sono in realtà diversi obiettivi. Innanzitutto possiamo dire che vorremmo emergessero quella creatività e quelle potenzialità legate a formati e generi nuovi. In secondo luogo, vogliamo costruire intorno ad essi un mercato vero e proprio anche in Italia.
 
4. Quali opportunità apre ai creativi che partecipano con i loro progetti?
I 3 progetti selezionati potranno realizzare un pitch di fronte a professionisti e player italiani e stranieri per presentare il loro progetto. Questi 3 progetti insieme ad altri, per un totale di 10, accederanno inoltre a un pomeriggio di “one to one”, in cui potranno incontrare player e professionisti, spiegare il loro progetto, pensare allo sviluppo e, speriamo, anche intercettare l’interesse per una produzione, una co-produzione o un supporto all’internazionalizzazione.
5. Quali sono, a tuo avviso, le caratteristiche che renderebbero molto interessante un progetto e perfetto per rispondere alla call?
Quando con Jacopo Chessa abbiamo iniziato a pensare alla giornata, ci siamo detti che questo doveva essere un territorio il più libero possibile. Quello che conta è saper raccontare una storia e sfruttare il potenziale delle tecnologie (mezzi, piattaforme, canali etc.) nel migliore dei modi. Parlando anche con i player e i professionisti che abbiamo invitato, l’idea è quella di capire il potenziale dei nuovi territori. Poi, certo, ci sono alcuni generi già piuttosto conosciuti e riconosciuti che, in qualche modo, potranno intercettare più facilmente l’attenzione: le webserie per esempio, e i video immersivi per la VR (sulla VR stiamo facendo un lavoro specifico mettendo anche a disposizione uno spazio per provare e presentare progetti). Ma ripeto, quello che ci interessa è trovare belle storie raccontate con mezzi e su piattaforme digitali. E sono convinto che è quello che interessa anche ai nostri ospiti chiamati a incontrare i progetti.
 
6. Domanda sui contenuti ammessi: sono ammessi “Digital Series, Web Series…”. Come sai, all’estero, c’è sempre più la tendenza a parlare di “digital series” invece che di “web series” e i termini sono sempre più spesso utilizzati in maniera intercambiabile: puoi spiegarci questa distinzione per la partecipazione al festival?
Sì, questa della distinzione tra webserie e digital serie è una questione teorica e terminologica piuttosto ingarbugliata. Noi abbiamo optato per mantenere distinte le due definizioni soprattutto per assecondare quella volontà di inclusione di cui ti parlavo prima. Con webserie intendiamo un contenuto normalmente di episodi di breve durata, più legato alle logiche social delle piattaforme. Con digital serie, invece una serie di episodi normalmente di più ampio respiro e con uno sguardo rivolto a logiche mainstream e/o televisive. Ma, a mio parere, si tratta di un discorso interessante a livello accademico, mentre lo è un po’ meno per il market. In ogni caso la distinzione in generi non sarà in alcun modo un vincolo per l’accettazione di un contenuto o per la sua esclusione, si tratta solo di definire alcune categorie per rendere più semplici il lavoro di raccolta e poi quello di ridistribuzione ai player ospiti. Tant’è che abbiamo previsto anche una voce per cui si può definire il proprio genere e il proprio formato in maniera autonoma.
 
7. Sono ammesse “video series” ma non i “web doc”; come mai questa esclusione?
Tutto ciò che fa parte del mondo real e non-fiction è ammesso, abbiamo solamente deciso di non accettare “doc” nel senso più stretto del termine, anche se “web”, per non tradire la missione del TSFM. Normalmente il documentario ha un suo mercato, suoi player specifici e logiche che non sono quelle della fiction. Qui, trovandoci di fronte alla possibilità di stabilire un nuovo campo e, soprattutto, avendo ascoltato diversi player che ci hanno subito detto che il settore acquisti “doc” è diverso o addirittura inesistente per loro, abbiamo optato per non fare confusione. Però ripeto: non accettiamo “doc” nel senso più stretto del termine (naturalistici, giornalistici etc.), ma ci aspettiamo narrazioni che partono dal reale, che sfruttano storie vere e che siano in grado di raccontarle secondo caratteri innovativi.
 
8. Dei 10 progetti “finalisti”, solo 3 avranno la possibilità di fare un pitch, esatto? Quella del pitch è un’ottima idea, nonché un’ottima opportunità, perché molti giovani creativi non sono abituati a “pitchare” le loro idee. Da docente, hai qualche consiglio da dare per “il pitch perfetto”?
Il pitch perfetto è un misto di capacità oratoria, combinazione precisa dei materiali e una estrema capacità di sintesi.
Raccontare le cose e non solo dirle. Avere perfettamente chiaro quali sono i punti che devono emergere e poi predisporre i materiali in maniera che diano una esatta percezione dello stile, del taglio e delle capacità.

8. Restando in tema pitch, immagina di doverci convincere in merito alla call del TSFM: ci faresti un pitch di massimo 6 righe su “Digita!”?

In Italia ci sono produzioni, creativi, artisti e idee che stanno lavorando su contenuti nuovi, su forme nuove, sperimentando canali, piattaforme, tecnologie e strategie di comunicazione. Bisogna riuscire a farli emergere e per fare questo bisogna che emerga un mercato in grado di valutare, dare spazi e investire. E deve essere un mercato internazionale che faccia incontrare player e produzioni di diversi paesi. Digita! prova a creare proprio questo spazio e queste opportunità.
9. Ultima domanda: descrivi questa opportunità con 3 aggettivi significativi
Unica. Seria. Divertente.
 
Che altro dire? Ricordate che la deadline è domani, 25 settembre, ore 12:00. Che aspettate? Sappiamo che tra voi ci sono tantissimi creativi con l’idea confezionata, pronta per essere iscritta a un evento come il Torino Short Film Market. Quindi…
Visitate il sito ufficiale, sezione “Bandi”, call “Digita!” per avere maggiori informazioni e non perdete questa opportunità!
 
Chiara Bressa,

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