Non c’è problema: intervista a Luca Ravenna, vincitore al Cortinametraggio del premio #GoodWeird di Lenovo

by | Mar 26, 2016 | Interviews, Interviste, Non categorizzato, Webserie

Sabato, 26 marzo 2016

Alle premiazioni dell’undicesima edizione del Cortinametraggio, avvenuta il 19 marzo 2016, siamo riusciti a rubare rapide interviste ai vincitori webseriali.
Qui sotto, la nostra Chiara, ci racconta la chiacchierata con Luca Ravenna, regista, sceneggiatore e attore di Non c’è problema.

Premiazione di Non c’è problema
al Cortinametraggio 2016
Non c’è problema, al Cortinamentraggio 2016, ha vinto il premio Good Weird – migliore in modo originale, assegnato dallo sponsor Lenovo, che ha voluto premiare non solo l’originalità del contenuto di Luca Ravenna e Sebastiano Facco, ma anche l’intelligente ironia applicata in maniera brillante alla condizione dei nostri tempi.
E, chiacchierando con Luca, classe ’87, accento degno del Dogui e aria apparentemente assonnata, ho avuto ulteriore conferma di quanta intelligente e sapiente ironia, nonché autoironia, ci sia dietro la webserie targata Cattelya e RepubblicaIn mezz’ora di chiacchierata, nel caos dell’aperitivo post-premiazioni, ho scoperto un giovane aspirante stand up comedian, cresciuto con Tel chi el telùn, “che è la bibbia di noi milanesi e se non lo sai a memoria, sei fuori” fan di Louie CK, che “è il Roger Federer della stand up, il numero uno al mondo, il più bravo di tutti”.
Servirebbero una decina di pagine per riportarvi tutto ciò che questo giovane pieno di talento, ironico e autoironico, schietto e senza peli sulla lingua, mi ha raccontato in quella mezz’ora, spaziando dalle webserie alla stand up comedy, dalla satira politica all’attuale situazione dei giovani, che si ritrovano in un’Italia in cui ci sono sessantenni che guadagnano troppo e trentenni che rasentano la fame e sono trattati da stupidi, quali non sono. E proprio perché divagheremmo, vi riporto le dieci domande più “webseriali” di questa bella chiacchierata d’apezzana.
  1. Raccontami com’è nata l’idea di Non c’è problema
    L’idea è nata quando, a Cattleya, mi avevano fatto leggere un soggetto (e non ti dirò cos’era) che a me non era piaciuto ed era legato al mondo della psicologia. Volevano farci un spot per un film e io ho suggerito di fare dieci sketch sulle paure. Così mi hanno chiesto se volessi farli e li ho fatti.
  2. Qual è il tuo episodio preferito?
    Il mio preferito è quello che non è stato mandato; a novembre 2015 ci sono stati i fatti del Bataclan e, nell’episodio, il protagonista era un arabo che interpretava la parte di Pif ne “Il testimone”, mentre io ero l’italiano che incontrava il Pif tunisino e gli dicevo “l’Italia è una merda…” Era lo sketch dedicato alla paura di rappresentare l’Italia.
    Di quelli editi, invece, il mio preferito è sicuramente “La paura della Morte“, soprattutto per la bravura di Guia (Scognamiglio, n.d.a.) che è veramente bravissima.
  3. Pensi che andrà avanti questo progetto?
    Non c’è problema? Non credo. Non credo perché forse a Repubblica, che ha appoggiato e sponsorizzato il progetto, non conviene proseguire con contenuti ironici sulla società.
  4. E tu pensi di proseguire?
    Sì, io troverò il modo di fare la stessa cosa, più lunga, fatta meglio e spero con le stesse persone con cui ho lavorato: Sebastiano Facco (co-regia), Francesco di Stefano (montaggio) e con i bravi attori che ho incontrato.
  5. Quindi fai questo nella vita?
    Sì, io sono uno sceneggiatore. Ho scritto con i Pills per tre anni, con Edoardo Ferrario e poi faccio stand up su Comedy Central, e soprattutto a Roma e Milano. Ora spero che la scena della stand up prenda piede con Edoardo (Ferrario, n.d.a), che farà da ariete a noi giovanotti. Edoardo è il più bravo e sono sicuro aprirà la strada a tutti noi. Poi, attorno alla stand up comedy, c’è tutto un movimento di gente con un po’ più anni di noi, come Saverio Raimondo, De Carlo, Montanini che sono molto bravi e hanno avuto il coraggio di portare in Italia una cosa nuova.
  6. Allora sarai sicuramente fan della stand up comedy americana, di Louie CK e degli altri grandi volti che ironizzano sulla vita, giusto?
    Sì, certo. Louie CK è
     il Roger Federer della stand up, il numero uno al mondo, il più bravo di tutti, e Jim Jeffries, australiano molto pesante, molto forte e molto bravo, anche se Louie CK è più bravo, ha più classe, fa ridere con niente e sulla vita vera, mentre Jim Jeffries ha bisogno di pompare di più. E, l’idea di Non c’è problema, con tutti i limiti del caso ovviamente, era «Okay, non sono lo stand up comedian più bravo al mondo, quindi troviamo un escamotage per fare una cosa simile, con tutti i riferimenti bassi». E, infatti, tutti gli episodi, sono monologhi quasi da stand up comedy fatti a sketch.
  7. Di questo premio di Lenovo, cosa mi dici? Mi fa molto piacere perché è dato dallo sponsor, quindi da persone che mettono soldi e, quelle che mettono soldi, sono quelle che ci fanno lavorare. È un modo carino per dire che mi spiace non aver vinto come miglior webserie (ride), però mi fa davvero molto piacere.
  8. A parte Non c’è problema, che forse non avrà un seguito, pensi di continuare con le webserie?
    Beh, mi piacerebbe continuare sul web. Ora vorrei fare uno special di stand up online; 40 minuti di stand up, anche divisi, rendendo fruibile alla gente la stand up comedy in italiano, visto che ancora non è fruibile con le due stagioni su Comedy Central (su Natural Born Comedians), perché Sky non permette di caricare i contenuti su Internet e, tu mi insegni, che se non metti le cose su Internet, il 2016 non ha senso, ti taglia fuori.
  9. Cosa pensi delle webserie in generale? C’è stato un movimento fighissimo di webserie di livello, però io ho 28, quasi 29 anni e sono vecchio; noi trentenni non possiamo interfacciarci con i grandi numeri che fanno i pischelletti, tutti ragazzi giovanissimi che tra un po’ spaccheranno il mondo, che non hanno visto i film demenziali che abbiamo visto noi come Ace Ventura, ma vedono il Pancio che fa sketch demenziali tipo Ace Ventura, che possono piacere o no, ma è giusto che i giovani guardino ciò che gli viene proposto e non un film demenziale del ’94. Inoltre le webserie sembrano essersi un attimo fermate, perché non puoi fare ciò che hanno fatto i Pills perchè l’hanno già fatto loro, perché non sei bravo come Ferrario quindi non puoi fare Esami…
  10. Questa cosa dei trent’anni però cozza con il fatto che tu abbia vinto e che Klondike sia… sia Klondike, girata e interpretata da trentenni.
    Sì, però sono contenuti che non faranno mai i numeri dei pischelli, mai nel mondo. Io infatti ero su Repubblica, che è una cosa a parte. E non faremo mai i numeri dei ragazzini perché proprio i ragazzini hanno una fruizione bulimica dei video online; anche io guardavo milleduecento volte le videocassette di Aldo, Giovanni e Giacomo, (“La Subaru Baracca” è il pezzo di comicità italiana che preferisco in assoluto e non morirà mai e “Tre uomini e una gamba” è il film che mi ha fatto dire «ok, voglio fare questo lavoro») e la fruizione che hanno ora i ragazzini con il web è la stessa (che avevamo noi con i contenuti della nostra “epoca”, n.d.a.).
È stata una chiacchierata interessante e divertente, specchio perfetto di un contenuto italiano (Non c’è problema) che ho trovato ironico e brillante come pochi altri attualmente online. Forse perché sono anche io tra i bambini cresciuti con Aldo, Giovanni e Giacomo e negli ultimi anni sono stata bombardata dalla stand up comedy americana? Può essere. Ma Ravenna e Facco sono stati proprio bravi.




Chiara Bressa,
World Wide Webserie / About Me
@Chiara Bressa

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